Il Papà che mette su dischi di tutti i tipi fin da quando sono piccolo piccolo. Classica, Jazz, Sinatra, i Beatles… e io soprattutto sopra i Beatles “suono”, mimando la chitarra su una vecchia racchetta da volano della Nonna.
Proprio la Nonna, che insegna pianoforte, mi darà i primi rudimenti musicali, ma lo studio classico non è per me, e quindi smetto presto.
La Mamma quando ho 11 anni mi regala una chitarra classica, che però in assenza di qualcuno che mi spieghi come funzioni, resta appesa al muro per anni ed anni.
Poi l’illuminazione, che mi prende tardiva a 18 anni, complici due amici che già strimpellano e mi insegnano i primi accordi. Imparo molto in fretta.
Arriva la prima chitarra elettrica.
E giù a passar pomeriggi a studiare canzoni ad orecchio…!
Springsteen, Neil Young, e poi tanto Blues.
Le prime band, i primi palchi.
Nel 2002 nascono i Bruce Brothers, tribute band del Boss da me guidata che solca palchi in Nord Italia per 3 anni. Poi smetto di suonare seriamente, per qualche anno, forse per sempre. Sembra oramai finita quando una sera d’inverno l’amico Enrico mi rimette a forza una chitarra in mano, questa volta però è un’acustica. Anzi, una Martin. Un mondo nuovo.
Ancora cover e ancora palchi, ma con nel cuore il germe dell’idea che “fare musica” significhi creare la propria. Infine quindi, complice il bisogno di liberare pensieri e sentimenti, inizio a scrivere le mie canzoni, che hanno il preciso compito di svuotarmi l’anima, di scaricare il mio “zaino” emozionale che la vita mi ha reso pesante.
Mi dice chi le ascolta, con mio gran stupore, che i pezzi sono piacevoli.
E allora, ci facciamo un disco, no? Eccoci qua.
